02 Dic 2017 Vuoi imparare a (soprav)vivere nel futuro? Fai un salto nella Preistoria.
E’ l’eta della pietra ma.. Ahia che male che fa! Eppure, anche se era “prima del rock and roll e di Buffalo Bill”, c’è qualcuno che da anni ha deciso di trasformarsi… in uomo primitivo! E mica da solo… C’è tutto un clan intorno ad Alfio Tomaselli, inventore del progetto di Archeologia Sperimentale che organizza fine settimana “full immersion” in quell’epoca in cui ancora non esistevano inquinamento e Galateo (ma forse etichette sì), e in cui era la Luna a illuminare la notte.
Ve lo segnalo non solo per il valore didattico, ma perché in tanti giochi ci sono ambientazioni preistoriche o post apocalittiche in cui la conoscenza di determinati elementi e accorgimenti può essere utile ai master come materiale narrativo. Inoltre credo che possa essere divertente, per grandi e piccoli, mettere alla prova la propria manualità imparando anche cose nuove e diverse. Infine… chi l’ha detto che non possano tornarvi utili, oggi o domani?
Ma cosa è questa archeologia sperimentale? “E’ il tentativo di riprodurre attraverso gli esperimenti, nelle condizioni materiali più vicine possibili a quelle antiche, strumenti, oggetti, edifici e di riprodurre anche le circostanze nelle quali gli stessi beni si sono degradati o distrutti […] Non si tratta tuttavia di un gioco. Tali esperimenti sono essenziali per comprendere lo sforzo dell’uomo primitivo alla ricerca della sopravvivenza, nel suo impatto con l’ambiente e nelle sue esigenze di trasformare tale ambiente. La realizzazione del più modesto degli utensili costa fatica, tempo, ingegno…”. Tomaselli prende in prestito le parole di John Coles (Longanesi, Milano,1973).
Tomaselli organizza da anni corsi di formazione di archeologia sperimentale sulla preistoria: full immersion della durata di un week end per riscoprirsi… primitivi, ritrovando senza pericolo un rapporto diretto con la natura e con la propria capacità di progettare e realizzare manufatti utili alla vita vera: mangiare, ripararsi dal freddo, mettersi in salvo. Che, di questi tempi, può aiutare a riconoscere che c’è una vita oltre il cellulare.
Il prossimo è a Prato, il 24 e 25 marzo 2018. “Il corso è rivolto ad archeologi, studenti di Scienze Umanistiche e Naturali, insegnanti, operatori museali, guide archeologiche, naturalistiche, ambientali o turistiche, operatori culturali, praticanti survival o semplici appassionati – spiega l’organizzatore – e tratta la tecnologia dell’Uomo nella Preistoria. All’interno di esso verranno affrontati diversi procedimenti tecnologici dei nostri antenati.”
Ecco il programma di massima.
PRIMO GIORNO
Riconoscere le materie prime adatte alla scheggiatura (la selce, il diaspro, l’ossidiana, le quarziti…); analizzare le varie tecniche di scheggiatura (diretta, indiretta, pressione e ritocco) e le regole che determinano la scheggiatura. Verranno spiegati alcuni strumenti in uso nel paleolitico come il chopper, l’amigdala, la lama, il raschiatoio, il grattatoio, ecc… Successivamente i partecipanti proveranno a produrre una scheggia a percussione diretta dura da un nucleo di selce e, attraverso il ritocco a pressione, qualche strumento che servirà per realizzare la cruna dell’ago.
Ai partecipanti verrà data la possibilità di realizzare una cordicella ritorcendo budella di animali.
Vedremo quali sono gli usi e i vantaggi del fuoco, oltre alle tecniche di accensione del fuoco (con percussione e frizione), attraverso la dimostrazione e le prove pratiche.
La caccia: analizzeremo quali erano gli scenari di caccia durante l’ultima glaciazione e verrà spiegato e provato il propulsore.
SECONDO GIORNO
Si parlerà dell’arte paleolitica, dei colori minerali e verranno presentati l’ocra e altri ossidi e minerali; si spiegherà la loro preparazione per l’utilizzo, così come quella dei pennelli, tamponi e delle cannucce per la pittura a spruzzo.
La lavorazione del palco di cervidi e dell’osso. Verranno spiegati i vari metodi di come producevano i supporti d’osso o di palco per realizzare vari strumenti come aghi, punteruoli, arpioni, ami da pesca. Seguirà la realizzazione di un ago d’osso con relativa cruna per mezzo della levigazione su pietra di arenaria e foratura con il becco che i partecipanti avranno realizzato il primo giorno attraverso il ritocco su una lamella di selce.
Spiegazione dei vari metodi di trapanatura per produrre fori su vari materiali: utilizzeremo il becco, punta immanicata, trapano ad archetto, trapano a volano.
Si finirà con eventuali domande da parte dei partecipanti.
I partecipanti, al termine del corso, avranno sperimentato personalmente le varie attività e quindi saranno pronti per svolgere laboratori a terzi sulla scheggiatura della selce, sull’accensione del fuoco con le pietre focaie, su come usare i colori, sulla realizzazione di aghi d’osso, sulla realizzazione di perforatori, grattati e raschiatoi in selce, sulla produzione di cordicelle in budello e sul funzionamento dei vari trapani in uso nella Preistoria. Gli oggetti prodotti durante lo stage rimarranno ai partecipanti. A richiesta verrà rilasciato un attestato.
Foto e informazioni: www.archeologiasperimentale.it
Per chi c’era già al tempo di Giatrus…
@annabenelu
Pingback:Sopravvivere alla nuova Preistoria: ecco il corso adatto (a Prato) – Gattaiola
Posted at 07:04h, 25 Giugno[…] una corda con budella di animali, a intagliare ossi e ricavare armi da selci e piante, insomma a sopravvivere alla nuova Preistoria, può frequentare un corso di Archeologia […]