Buon compleanno, Pinocchio!🎂🥳

Buon compleanno, Pinocchio!🎂🥳

Un intero pomeriggio con serata al fresco del Parco di Villa Garzoni ha celebrato la ricorrenza dei i 140 anni dall’uscita del volume “Le Avventure di Pinocchio”, dello scrittore Carlo Collodi (1883-2023), dopo il successo conseguito con la pubblicazione a puntate di “La storia di un burattino”, tra il 1881 e il 1882. 

Così a Collodi, terra natale di Carlo Lorenzini, diversi eventi si sono concentrati per festeggiare il compleanno e riflettere intorno all’attualità della vicenda scritta dal critico e giornalista che, come ha ricordato la direttrice di QN, Agnese Pini, che ha moderato l’incontro del pomeriggio, ha lungamente collaborato con “La Nazione”.

Dopo i saluti istituzionali, tra i quali quelli del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo, circondati dai mosaici di Venturino Venturi del Parco di Pinocchio, sono intervenuti il presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi Pier Francesco Bernacchi, la presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, Daniela Marcheschi, lo storico e presidente del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruni Guerri e il docente dell’Università Europea di Roma Lorenzo Franchini.

Bernacchi ha ricordato l’universalità della storia di Pinocchio, accolta da tutte le culture, tanto che un giovane in Amazzonia lo ha portato a vedere, lì nella sua terra, quello che era il suo albero degli zecchini, mentre un bambino in Cina ha riprodotto il paese dei balocchi nell’orto di casa.

Franchini, autore del volume Il bene e il male in Pinocchio, ha ricordato che la formazione di Collodi è stata complessa, cattolica e risorgimentale, e che nel libro, attraverso un tirocinio etico che implica una scelta netta tra bene e male, l’autore approda a due soluzioni diverse, che sono i due finali: il primo, della vicenda a puntate, chiuso; il secondo, del libro, aperto.

“Collodi dà una spallata alla politica, all’arte, dà la strada ai macchiaioli, usa la musica, è un critico potente sulle pagine de La Nazione – sottolinea Marcheschi –. Scrive moltissimo di musica, è un intellettuale con una visione a tutti tondo, che viaggia moltissimo, inserito nella grande cultura internazionale. Era lo scrittore più pagato d’Italia. Non solo per Pinocchio ma per i manuali destinati alla scuola. Portatore di un’idea di infanzia modernissima e con un Pinocchio che non è solo il bambino che vive l’infanzia ma anche il bambino che ogni adulto è stato. Pinocchio è anche espressione del tradimento degli ideali risorgimentali”.

Giordano Bruno Guerri parte dall’inchiesta parlamentare Jacini condotta dal 1877 al 1886 per esaminare le condizioni dell’agricoltura nel paese, che mise in luce condizioni diffuse di igiene scarsissima, cibo insufficiente, vita nelle capanne, morte diffusa per malaria, e compie anche un passaggio sul fatto che uno dei lavori più ambiti fosse raccogliere in palude le sanguisughe calandosi i pantaloni e immergendosi nell’acqua degli stagni per “catturare” le sanguisughe destinate alla vendita ai medici perché facessero i salassi. “Pinocchio nasce in un ambiente un pochino più elevato – spiega – perché il babbo è un artigiano, che però deve vendere la giacca per comprare il libro per fare studiare il figlio. Poi c’è il mondo politico e Collodi è un ribelle. Questo è il mondo nel quale si muove, un mondo tutt’altro che facile”.

Un passaggio di Bernacchi riguarda il tema della lettura e rilettura dei capolavori della Letteratura: “Mille persone che leggono Pinocchio da bambini – ha detto -, da grandi pensavo di aver capito tutto. Ma va riletto. E ad ogni età si capisce qualcosa di più, dalla mangiafuoco al paese dei balocchi. Nei nostri progetti c’è di realizzare qui il paese dei balocchi, seguendo la descrizione di Collodi che sorprende per modernità. Tanto luoghi dove oggi si gioca, si ritrovano in quella descrizione”.

Se Franchini fa un passaggio sull’assenza, in un caposaldo della cultura italiana, di una figura di mamma ingombrante, Marcheschi risponde che Collodi è uno dei primi italiano ad aderire alle idee di John Stuart Mill che sosteneva che il lavoro mobilità uomini e donne, sosteneva che il matrimonio non può essere parassitario in quanto la donna ha un ruolo di mantenuta per lui intollerabile. Collodi vuole mostrare che un babbo ouò però avere la tenerezza del mammo che nutre, veste, accarezza. E quindi che le donne possono educare all’etica come gli uomini e gli uomini possono educare agli affetti come le donne.
Guerri risponde invece a Franchini che, in Pinocchio, la figura della mamma non viene eliminata ma resa salvifica, nei panni della fata turchina.

Nonostante la modernità del pensiero di Carlo Lorenzini, di figure femminili che hanno ricevuto il riconoscimento nella cerimonia serale nel Giardino Garzoni per aver collaborato, nel proprio settore, con la Fondazione Collodi e per Pinocchio, ce n’erano 2 su 11: la giornalista Agnese Pini e l’avvocato Jane Maffei! Tra gli uomini, anche il presidente della Fondazione Antica Zecca di Lucca, Alessandro Colombini (nella foto sotto).

A questo proposito ricordiamo che a Lucca è in corso, nella casermetta dell’Antica Zecca, la mostra Il mondo di Pinocchio: 140 anni delle Avventure di Pinocchio, collaborazione tra la Fondazione Antica Zecca di Lucca, a Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

Per la grande stima che abbiamo per lei e per la forza della sua conoscenza critica del lavoro di Carlo Lorenzini, ci siamo dedicati con grande piacere un approfondimento tematico, sul gioco, chiedendolo alla professoressa Daniela Marcheschi, che ha gentilmente risposto alle nostre domande, naturalmente sullo sfondo del mosaico di Venturino Venturi dedicato al Gatto (e la volpe).

Professoressa, cosa significa parlare di gioco in un libro monumento come “Le Avventure di Pinocchio”?

E cosa è un gioco, per Carlo Lorenzini Collodi?

Collodi, Pinocchio e il gioco. Intervista a Daniela Marcheschi
3 Comments
  • The Butcher
    Posted at 20:05h, 10 Luglio Rispondi

    Pinocchio è un libro a cui sono particolarmente attaccato, penso sia una delle opere più importanti del nostro Paese e in generale più importante che ci sia in circolazione e che ha diverse chiavi di lettura. E’ assolutamente giusto ricordarlo e parlarne anche perché le persone hanno una conoscenza abbastanza vaga di questo libro.

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