“È obbligatorio, così tutti possono riconoscere che sono ebreo”. Nel Giorno della Memoria 2025, si può giocare anche in classe il libro game “Non sono stati loro”

“È obbligatorio, così tutti possono riconoscere che sono ebreo”. Nel Giorno della Memoria 2025, si può giocare anche in classe il libro game “Non sono stati loro”

Tu sei Demetrio, un ragazzo di dodici anni che vive a Firenze quasi da sempre. Ci sei arrivato da piccolissimo, con tuo padre Giorgio e tua madre Sofia. Dopo un po’ di tempo vi ha raggiunto anche tuo zio Panfilo, il fratello maggiore di Sofia. Non hai ricordi della tua prima casa, a Costantinopoli, né della fuga quando gli Ottomani hanno assediato e conquistato la città. Sei cresciuto qui a Firenze, di cui conosci ogni strada e vicolo.

Inizia così “Non sono stati loro” (Aliberti Kids&Junior, 2024), il libro che per parlare del tema universale del razzismo ci fa fare un salto nel tempo (ma uno vale l’altro, per decidere tra convivenza o guerra tra esseri umani) nella Firenze del Quattrocento, e ci va mettere nei panni di un ragazzino che, tra scuola e famiglia, si trova ad assistere ad alcuni eventi che lo colpiscono e gli fanno porre domande.

Provato in classe (una seconda primaria), mi ha consentito di affrontare con le bambine e i bambini il tema della diversità e del rapporto con qualcosa che percepiamo come “altro” e su quanti punti in comune ci siano anche con la cosa che pensiamo essere la più lontana da noi, oltre alla paura di confrontarsi, di perdere e perdersi, di restare soli.

Ecco perché consiglio questo libro nel Giorno della Memoria 2025: il libro-gioco di Andrea, consente di immergersi in un periodo di discriminazioni e pregiudizi, in questo caso verso gli ebrei, che possiamo permetterci di guardare da lontano nel tempo. Qui, il fratello di un un amico del protagonista (e giocatore!) ne è vittima. Riuscirà il giocatore/protagonista a toglierlo dai guai, indagando su un misterioso furto? La sfida è tutt’altro che facile.

“Oggi ho compiuto dodici anni”, ti dice Immanuel mentre camminate. “E così ieri sera, prima di andare a dormire, mia madre mi ha fatto trovare le camicie con questo nuovo nastro giallo cucito sopra. È obbligatorio, così tutti possono riconoscere che sono ebreo.”
Non sai cosa rispondere. Lui continua: “Non si stava male, fino all’anno scorso. Poi hanno fatto una nuova legge. Quasi tutti gli ebrei che vivevano a Firenze sono dovuti andare via. Mio zio, che è farmacista, si è trasferito a San Gimignano con tutta la famiglia. Quando passano a trovarci possono stare solo pochi giorni. Noi siamo rimasti qui, gli affari di mio padre vanno bene. Però non è facile. C’è gente che ci guarda con disprezzo, che ci tratta male, quando ci vede in giro con
questo segno sul petto.”
Gli dici che tutto questo ti addolora, anche se le parole non servono a nulla. “E invece no, mi fa piacere sentirtelo dire”, risponde Immanuel..

Con illustrazioni di Alessandro Bacchetta, il volume (16 euro) è stato appositamente realizzato nell’ambito di RelationProject per contrastare l’antisemitismo attraverso l’educazione, ma come strumento educativo può essere utilizzato su ogni forma di conflitto tra culture. L’obiettivo di Relation – Ricerca, conoscenza ed educazione contro l’antisemitismo, che unisce partner differenti in Italia, Spagna, Romania e Belgio, è affrontare l’antisemitismo attuale partendo da una migliore conoscenza di storia e tradizioni ebraiche come parte della storia e delle tradizioni comuni europee.

Il progetto è coordinato dalla Fondazione CDEC in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Villa MontescaUniversità Cattolica del Sacro Cuore, Università Statale degli Studi di Milano, CEJI – A Jewish Contribution to an Inclusive Europe, Comunitat Jueva Bet Shalom de Barcelona, Institutul Intercultural Timisoara. Sul sito del Centro Studi Villa Montesca, Non sono stati loro! è giocabile online in cinque lingue ed è anche disponibile una guida didattica. La registrazione è necessaria ma gratuita.

Tra le varie prove che Cosimo deve affrontare ci sono anche esercizi di logica e matematica originali del tempo, così da provare anche un po’ di storia delle istituzioni scolastiche. E ci sono racconti e descrizioni di usi e costumi dell’epoca, che offrono spunti interessanti per riflettere sulla condizione dell’infanzia di ieri e di oggi. E c’è la considerazione, sempre valida, che per vivere insieme non c’è altra strada che quella del rispetto reciproco e della mediazione nel reciproco interesse.

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