14 Ago 2020 ‘SS Tata’: Walter Leoni usa una ‘leggerezza intelligente’ per far riflettere
Prendi i più noti slogan sovranisti.
Li rendi normale livello di dialogo.
Prendi i più brutti e bassi istinti razzisti.
Li rendi comportamenti socialmente accettati e normali.
Prendi un vecchietto, ex SS, nazista nell’anima (forse).
Invece di metterlo su un cantiere a dirigere i lavori, gli fai fare esperimenti per resuscitare Hitler da un paio di baffetti di dubbissima provenienza.
Prendi detto vecchietto e ne fai il nonno di una bimba con la pelle nera.
E’ così che nasce l’Italia distopica raccontata da Walter Leoni in ‘SS Tata’ edito da BD Comics.
Si tratta di una storia apparentemente surreale, che dà a Leoni lo spunto per parlare della società di oggi, delle sue luci e delle sue (tante) ombre.
Un qualcosa che Leoni fa spesso e volentieri con le sue vignette, che riscuotono un successo sempre maggiore proprio per il dissacrante umorismo che le caratterizza, come dimostra la sua pagina Facebook.
Molto popolare sui social, ha sempre ‘raccontato’ storie che guardano al mondo politico – non importa di quale parte – con sarcasmo e ironia nelle sue vignette. Ma per capire meglio chi sia Walter Leoni basta leggere la sua biografia: «Uh! Guardate… me ne sono successe di ogni, ma ora non sto qui a raccontarvele». Che altro aggiungere?
Peculiarità delle sue vignette è che difficilmente si esauriscono in una sola immagine. Per questo ‘SS Tata’ diventa un’evoluzione naturale di quello che era un percorso obbligato. E, infatti, il libro racconta una storia di oggi, in un’Italia che in fondo speriamo sia diversa.
Il racconto parte dal ‘nonno SS’ Klaus, che in gioventù era stato uno scienziato del Reich e, adesso, ha la fissa di voler resuscitare Hitler, clonandolo dai baffetti acquistati sicuramente a caro prezzo non si sa bene dove (o meglio, lo si scopre cammin facendo). Klaus vive nell’Italia del 2020 e, rispetto a chi lo circonda, risulta essere perfino un ‘moderato’. Si, ha la fissa di voler far rivivere Hitler, ma rispetto alla vicina o agli amici che incontra al centro commerciale, tutto sommato, può davvero essere considerato un ‘pacifista’.
La crisi arriva quando la nipote gli affida – senza troppi complimenti e senza nemmeno chiedergli un parere – la figlia che, ahimè per lei, è di colore. E’ questo il ‘casus belli’ che fa venire alla luce le tante contraddizioni della società di quell’Italia disegnata da Leoni. Un’Italia ipocrita e razzista. Un’Italia fatta di perbenismo che nasconde i peggiori sentimenti pensabili. Un’Italia immaginata e disegnata, ma che, guardando ai social ad esempio, viene fatto di chiedersi se si discosti poi davvero tanto da quella in cui viviamo.
Ognuno si darà la sua risposta, ovviamente, ma di sicuro è una storia che, con la leggerezza che contraddistingue Leoni in ogni sua uscita, fa riflettere a lungo su quello che ci circonda.
Leoni è la dimostrazione vivente che ‘leggerezza’ e ‘superficialità’ sono generalmente due concetti estremamente lontani tra loro. E che, quando entra in gioco la «leggerezza intelligente», la superficialità sparisce, per lasciare spazio alla riflessione.
Ecco perché ‘SS Tata’ è un libro prezioso in questo momento: fa riflettere con leggerezza intelligente.
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