Gdr “all’italiana”: dalla GenghisCon in USA il report di Gilbert Gallo, ospite della convention a Denver

Gdr “all’italiana”: dalla GenghisCon in USA il report di Gilbert Gallo, ospite della convention a Denver

Gdr “all’italiana”: dalla GenghisCon in USA (che si è tenuta un mese fa ma qui a Gattaiola ce la siamo presa comoda! >^_-<), il report di Gilbert Gallo, ospite della manifestazione (giunta alla sua 42esima edizione) per il secondo anno, proprio per uno scambio sui diversi modi che diverse culture hanno di approcciare questo prezioso strumento di conoscenza, approfondimento, narrazione, analisi del mondo e di sé e confronto con gli altri.

DENVER – Ogni anno a Denver (CO) si tiene la GenghisCon (quest’anno 2019 dal 21 al 24 febbraio, ndA), una importante convention dedicata ai giochi di ruolo che riunisce più di 11.000 appassionati da tutti gli States. Come tutti sappiamo, gli USA sono il luogo di nascita dei giochi di ruolo tabletop ed il loro “modo di giocare” ha dettato le regole per il resto del mondo.

Dall’America il gdr si è diffuso al resto del mondo ed ogni cultura ha adottato lo stile di gioco americano eventualmente modificandolo al proprio gusto, così come i diversi autori nel mondo hanno avuto l’occasione di imprimere una diversa “impronta” ai gdr creati in ogni angolo del globo.

Da qualche anno, la curiosità ha portato gli Americani ad invitare ospiti internazionali alle loro convention di gdr proprio per “confrontarsi” con i differenti stili di gioco nel mondo. Ecco perché ero lì.

Ho fatto giocare differenti avventure one-shot create appositamente per la convention, ognuna delle quali presentava un pizzico della creatività italiana di cui andiamo tutti fieri. Per esempio, nell’avventura “Ritorno a Monkey Island” il più importante combattimento avveniva a suon di insulti anziché tirando dadi. Oppure, nell’avventura “La Donazione di Costantino” i giocatori erano invitati a scoprire indizi nascosti nelle pagine in latino di manoscritti rinascimentali che venivano fornite loro.

Alla GenghisCon lo stile di gioco che andava per la maggiore era quello che prevedeva l’utilizzo di numerose miniature e rappresentazioni “fisiche” delle scene di gioco, così da creare un’esperienza multisensoriale molto vivida. Davvero uno spettacolo!

Gli Americani hanno apprezzato molto lo “stile di gioco Italiano” che (come è emerso dal Congresso degli Autori Italiani tenutosi nel Novembre 2018 a Lucca Comics and Games) si differenzia soprattutto per il fatto dare rilevanza in gioco alle motivazioni ed alla personalità dei personaggi giocanti, per il fatto di dare peso alla descrizione delle azioni in gioco e infine per il fatto di infondere un pizzico di “imprevedibile creatività” nelle avventure.

Gli Americani sono poi impazziti per uno dei nostri giochi tradizionali: la Scopa. Dopo che ho fatto giocare poche mani di prova, si sentivano ovunque urla in Italiano maccheronico seguite dal rumore delle carte sbattute con violenza sul tavolo. Regola numero 1: “The harder the card falls, the cooler” (Più forte sbatti la carta, meglio è).

E’ stato bellissimo vedere come anche negli USA si giochino alcune eccellenze tabletop made in Italy come Deckscape o Bang!

Molta attenzione è stata fatta alle tematiche dell’inclusione e a evitare che un giocatore potesse sentirsi “aggredito” o “a disagio”. Ai game masters veniva infatti fornita una speciale carta con una X sopra che i giocatori potevano utilizzare per segnalare tematiche, comportamenti o persone che li rendevano “a disagio”.

La cosa più bella della convention è stata la serenità, la gioia e la tranquillità nella quale le giocate hanno avuto luogo. Ambienti ambi, accoglienti, silenziosi ma soprattutto giocatori entusiasti e propositivi.

Al netto di tutto, la GenghisCon è stato un grande momento di aggregazione, di sano divertimento e di miglioramento territoriale, poiché diffondere la mentalità e la cultura ludica si traduce sempre in un arricchimento culturale. Non perdete la prossima edizione!

@GilbertGallo

 

W la X card, che qui a Gattaiola ci piace molto: da anni i giochi di ruolo a narrazione condivisa ne fanno intelligentemente uso!
Complimenti a Gilbert Gallo per questa opera di assaggi culturali, giocati anche sugli “stereotipi culturali” che ci rappresentano nel mondo per comprenderli e comprenderci meglio, e per questo prezioso contributo dato a Gattaiola.it! >^___^<

 

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