Caparezza e Simone Bianchi svelano la variant cover di ‘Exuvia’: chiacchierata a 360 gradi su musica e fumetti

Caparezza e Simone Bianchi svelano la variant cover di ‘Exuvia’: chiacchierata a 360 gradi su musica e fumetti

Quando due artisti, in qualche misura affini ma che si muovono in ambiti diversi, si ‘scontrano’, può nascere solo qualcosa di straordinario. E, in effetti, così è stato per la nuova veste grafica di ‘Exuvia’, l’album che Caparezza ha pubblicato alcuni mesi fa e che, da dicembre – l’uscita è prevista per il 10‘vestirà’ gli abiti di Simone Bianchi.

«’Exuvia’ – spiega Caparezza nell’incontro che si è svolto al San Francesco al gran completo – è un album estremamente visivo: fin dall’inizio l’ho pensato immaginandolo come un’enorme visione e, quindi, mi piaceva l’idea di pop-up che illustrassero i brani. Ne abbiamo parlato con Simone e l’idea ha preso forma».

E’ Simone Bianchi – firma Marvel per eccellenza – che spiega come sia nata la variant cover: «Quando si parlava del pop-up, mi è venuto in mente – ricorda – che, così come si fa per i fumetti, si sarebbe potuto fare anche per ‘Exuvia’: una variant cover che accompagnasse il pop-up avrebbe completato degnamente questa nuova edizione».

«L’idea mi è subito piaciuta – gli fa eco Caparezza – anche perché vedo ‘Exuvia’ non come un qualcosa di fermo, ma in continuo mutamento. Dopo l’edizione dell’uscita, ha già ‘cambiato pelle’ con il vinile colorato e ora arriva questa nuova trasformazione, che, comunque, mantiene l’identità del disco, poiché il colore è lo stesso così come il simbolo».

Nel corso della chiacchierata, moderata da Andrea Rock, si scopre che Caparezza ha voluto assolutamente che Simone Bianchi gli segnalasse almeno cinque fumetti che, secondo lui, era indispensabile leggere. «Non è stato facile – racconta Simone Bianchi – perché sceglierne solo 5 era davvero una sfida. Comunque gli ho segnalato ‘La terra dei figli’ di Gipi, graphic novel che, per me è il vero capolavoro di Gipi, ‘La casta dei meta-baroni’ di Jodorowky e Giménez, ‘Mort Cinder’; ‘Kingdome Come’ e ‘Il lungo addio’ della saga di Dylan Dog, perché, a parte che ho letto ogni singolo numero di Dylan Dog, non credo non si debba citare un fumetto del genere solo perché appartiene a una serie pop».

E Caparezza ha già letto vari di questi fumetti: «Ho subito Jodorosky, perché ero curioso di vedere come si fosse approcciato al fumetto uno che in genere scrive romanzi: era un’incursione che mi piaceva capire meglio. Poi, però, mi sono letto tutto ‘Sandman’ e ora ho scoperto ‘L’Eternauta’ e me lo sto leggendo».

Ma l’amore di Caparezza per i fumetti nasce da lontano: «Da piccolo – racconta – mi appassionai a Bonvi, attraverso ‘Tiraemolla’, poi, per parecchio tempo, sono andato avanti con questo tipo di fumetti ironici. Nell’adolescenza, poi, tra Dc e Marvel, Silver Surfer mi ha fatto scegliere proprio per gli eroi Marvel, ma adesso, grazie a Watchmen ho scoperto il mondo dei fumetti adulti della Dc Comics e mi sono appassionato a quelli».

Se Simone Bianchi ha dovuto fare la lista dei fumetti, a Caparezza, a quel punto, è toccato segnalare dei dischi e lo ha fatto ‘The Man Machine’ dei Kraftwerk che ascoltava a 6 anni e che ammette gli hanno dato l’imprinting del suo concetto di live che, sempre e comunque, deve essere uno spettacolo. E, ancora, ‘Galaxy’ dei Rockets e ‘Raising Hell’ dei Run DMC che gli ha fatto scoprire il rap e le potenzialità di questo genere musicale.

Un altro argomento ‘spinoso’ che è stato toccato nel corso dell’incontro è quello della gestione del tempo: «Da vent’anni vado avanti a scadenze continue – dice Bianchi – e non mi spaventano, anzi. Mi servono perché mi obbligano a trovare vie più corte che, molto spesso, portano a soluzioni perfino migliori».

Per Caparezza, invece, è fondamentale avere una forte autodisciplina, altrimenti si rischia di perdere il filo di quello che si fa e non arrivare a niente. «Durante il lockdown – dice – il tempo si è come rallentato. Mentre prima consideravamo sempre uguale a se stesso, ho avuto l’impressione che il tempo fosse come ‘invecchiato’ e, in realtà, in parte ho ancora questa stessa impressione». Per Simone Bianchi il lockdown ha coinciso con un improvviso rallentamento dei tempi, un dilatare dei giorni che lo ha in qualche modo sconquassato e lo ha portato a riscoprire una vecchia passione, mai sopita, per la musica e, in particolare per la batteria, che ha ripreso a suonare e a studiare, con la passione che mette in tutte le cose che fa.

«Fare musica significa fare i conti sempre con il tempo – prosegue Caparezza – che siano i bpm o le barre, ma ci si deve fare i conti. Quando devi mettere una canzone su un vinile e deve avere un minutaggio preciso perché altrimenti non ci sta, hai a che fare con il tempo. Certo, con lo streaming potrei anche fare una canzone lunghissima, anche di giorni, invece, avere dei limiti ti mette davanti delle sfide». Così come leggere un fumetto – ma anche un libro – richiede un impegno temporale diverso: «Posso fermarmi anche un giorno su una vignetta, cosa che invece non accade, ad esempio, con un film tratto da un fumetto. Questo fa sì che i fumetti abbiano una diversa dimensione temporale che a me piace molto».

Al termine dell’incontro, vengono scoperti i due dipinti originali dai quali è stato tratto il pop-up e la variant cover e si può finalmente ammirare quello che a dicembre sarà fisicamente realizzato, unendo così due artisti con . Resta sospesa (ma nemmeno poi tanto) solo una domanda: is art better than life? Chissà, magari riusciremo a sciogliere questo nodo prima che Lucca Comics & Games finisca…

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