Lillo e le miniature: un amore nato dagli orchetti

Lillo e le miniature: un amore nato dagli orchetti

«Quando torno a casa stanco, mi rilasso dipingendo miniature, ma è una cosa che faccio tutte le sere. Non per molto tempo, ma per un po’, finché non mi rilasso e mi lascio la giornata alle spalle». Così Lillo spiega la sua passione per le miniature. Passione che lo ha portato ad essere protagonista di una mostra a Palazzo Arnolfini, dove sono esposte le sue miniature, ma anche quelle di coloro che lui considera i suoi maestri.

Da come ne parla, sembra che il dipingere le miniature sia per Lillo – al secolo Pasquale Petrolo – sia una sorta di meditazione ‘colorata’. Già, perché di fatto si tratta di dipingere le miniature «E’ un lavoro quasi da pittore – spiega – in realtà, gli strumenti sono gli stessi che usano i pittori, cioè i colori a olio».

E si dice ‘geloso’ di questo lavoro che – finora almeno – aveva tenuto per sé. «Non avevo mai pensato di fare una mostra delle mie miniature – commenta – e soffrivo della ‘sindrome dell’impostore’, cioè ero convinto di non meritare perfino una mostra. Oggi che la vedo allestita, invece, mi devo ricredere e che, in fondo, se lo meritano».

La mostra è stata curata da Alberto Cecchetti e da Sergio Algozzino, fumettista e disegnatore che ha realizzato il poster di Collezionando di quest’anno e che, per questa mostra, ha ‘creato’ delle sagome di Lillo a tema con le miniature esposte nelle varie teche e divise per soggetto. Un allestimento veramente molto piacevole da vedere, facile da ‘leggere’ e che arricchisce di conoscenze, anche grazie a dei video esplicativi, realizzati dallo stesso Lillo e che accompagnano nella visita.

La mostra, vista per la prima volta da Lillo assieme alla stampa, si compone di diverse teche tematiche: dai supereroi, agli indiani, con una teca completamente dedicata al Grog dei 30 anni di Lucca Games disegnato da Karl Kopinski e dipinto da Lillo.

«Per completare una miniatura – racconta l’attore rispondendo alle domande dei giornalisti – mi ci vogliono una trentina di ore, anche perché ci lavoro veramente poco la sera, una mezz’ora in tutto. Una sera magari dipingo una clava, quella dopo un braccio e così via. Ma è quello che mi piace delle miniature».

Una passione che è nata tanti anni fa, ‘complice’ un amico che amava giocare ai wargames «Mi piacevano gli orchetti che aveva, ma lui li colorava in maniera molto grezza, perché voleva giocare, non dipingerli – ricorda –. Io, invece, pensavo che sarebbe stato bello colorarli in maniera più accurata e iniziai a dipingerli. Piano piano mi sono appassionato e, successivamente, ho avuto la fortuna di incontrare personaggi come Balloni e Cartacci, molto più bravi ed esperti di me, che mi hanno insegnato molti segreti di questa attività».

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: miniature accuratamente colorate con quella che si presume essere una pazienza incredibile per ottenere risultati del genere.

E, siccome una mostra che vuole ‘parlare’ a tutto tondo di miniature non può certo limitarsi a una sala sola, ecco che ce n’è una seconda, dedicata a quelli che sono nomi storici della miniatura e, in qualche misura ‘maestri’ di Lillo: «E’ una cosa molto importante per me – ha detto l’artista – perché è importante che si conosca il loro lavoro e, magari, attraverso questa mostra, altre persone si avvicineranno a questo affascinante mondo».

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