Tetsuo Hara ‘entra’ con l’autoritratto agli Uffizi e racconta il ‘suo’ Ken: ‘Il Bushido è il segreto per una bella scena di combattimento’

Tetsuo Hara ‘entra’ con l’autoritratto agli Uffizi e racconta il ‘suo’ Ken: ‘Il Bushido è il segreto per una bella scena di combattimento’

Avere di fronte una leggenda vivente non è mai semplice e, soprattutto, le aspettative sono sempre molto alte. Così è stato anche per l’incontro con la stampa di Tetsuo Hara, il sensei che ha dato forma e fisionomia a Ken il Guerriero e a tutti i personaggi della saga, immaginati dalla penna di Buronson.

Per dirla con il ministro della Cultura Alessandro Giuli quando – in occasione dell’inaugurazione del Festival – ha visitato la mostra ‘Come un fulmine dal cielo’, allestita nella chiesa dei Servi, «Opere che sono parte della biografia sentimentale di una generazione di italiani». Un qualcosa che Tetsuo Hara non ha di fatto mai percepito mentre lavorava a questo soggetto: «Non mi sarei mai aspettato – ha detto – che quello che creavo alla mia scrivania, nella mia stanza, avrebbe avuto una così grande influenza su tante persone. E sono molto contento che, essendo arrivato in alcune aree in ritardo rispetto all’uscita originale, abbia parlato a una generazione giovane».

E, a conferma di questo primato, arriva subito un’importante notizia, portata dal direttore di Lucca Comics & Games, Emanuele Vietina, che annuncia che l’autoritratto di Tetsuo Hara è stato giudicata l’opera che il 2025 consegna agli Uffizi per la sua galleria, della quale, da alcuni anni, sono entrati anche i fumetti, accanto ai grandi geni della pittura del passato e del presente. «La giuria che decide in merito – ha detto Vietina – ha votato all’unanimità l’ingresso del Sensei Hara in questa galleria. Una decisione che condividiamo appieno e che fa diventare Tetsuo Hara il primo mangaka a far parte della galleria degli Uffizi».

La mostra – anche in questo caso riprendendo quella che oramai è una tradizione – espone anche tre opere degli Uffizi, si tratta di tre opere di Baccio Bandinelli (e della sua scuola): il rivale di Michelangelo è stato scelto come pietra di paragone per le opere di Tetsuo Hara proprio per lo studio dell’energia fisica che caratterizza l’opera di Baccio Bandinelli e dello studio approfondito dell’anatomia che questo artista rinascimentale ha effettuato. Non a caso, in mostra vi sono i tre studi di Baccio con al centro l’opera che Hara ha realizzato per celebrare Lucca Comics & Games, ‘Il Salvatore dell’Arena’.

Tetsuo Hara, commentando il riconoscimento che gli è stato appena comunicato ha voluto ringraziare sia l’organizzazione di Lucca, sia gli Uffizi: «Sono felicissimo – ha detto -: non ho mai ricevuto un tale riconoscimento, quindi non posso che esserne estremamente grato».

Alla domanda quali siano stati i suoi punti di riferimento cinematografici sia per gli abiti dei suoi personaggi, sia per la loro fisionomia, il Sensei risponde che, quando ha iniziato a disegnare la saga di Hokuto-no-Ken aveva da poco visto ‘Mad Max’, ‘Blade Runner’ ma anche ‘Star Wars’ e questi film si riflettono in qualche modo negli abiti che vengono rappresentati nei suoi disegni, mentre, per quel che concerne la fisionomia, sicuramente Ken si rifà a Bruce Lee e Sylvester Stallone, ma «Ammetto – ha detto – che mi piacciono molto gli attori di origine italiana, come Robert De Niro o Marlon Brando per la loro fisicità: li ho sempre trovati molto adatti alla storia di Ken».

Tetsuo Hara racconta di aver avuto sempre ottimi rapporti con Buronson Sensei, come dimostra la lunghissima collaborazione tra i due artisti: «E’ essenziale – dice – avere qualcuno che ti faccia avere un altro punto di vista dal tuo, con il quale tu ti possa confrontare. Penso che per avere un manga di successo sia essenziale un editor con il quale lavorare. Nel passato gli editor si limitavano a prendere le pagine che gli consegnavi, adesso c’è un rapporto diverso, con un maggiore e migliore scambio. Ho sempre riconosciuto un ruolo di primissimo piano ai coloro che hanno lavorato con me, perché comprendo l’aiuto che ho ricevuto dal confronto con loro».

Parlando, invece, della sua carriera, racconta di aver iniziato una serie che ruotava attorno al motocross, ‘Don Chisciotte in ferro’, perché nel momento che è nata sembrava che il motocross dovesse avere un successo mai visto. Però così non è stato. «Pensavo che i miei disegni fossero molto superiori alla media – dice – e questo forse poteva bastare, ma non è stato così. Da una parte il motocross non ha avuto quell’esplosione che si pensava e dall’altra la storia non ha avuto il successo che sarebbe nato sull’onda dell’affermarsi di questo sport e alla fine è stata cancellata».

Ma qual è il segreto di una buona scena di combattimento? «Ispirarsi ai film – ha spiegato – come se le scene dei film fossero state trasposte in disegno. Ma soprattutto, ad essere importante è il Bushido, la Via del Guerriero, nel ricercare quello che ancora non c’è. Le tre colonne del Bushido sono la Vittoria, il Sacrificio e l’Amicizia. Questi sono i valori che devono farci da guida nella ricerca. La via è la ricerca».

Una piccola perla di saggezza orientale che viene regalata dal Sensei ai presenti e sulla quale poco c’è da aggiungere.

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