25 Lug 2016 #luccacg16 ha il volto di una supereroina firmata @Zerocalcare. E che parta la caccia ai ‘tatuaggi lucchesi’!
E’ un personaggio decisamente tamarro su sfondo bianco. Ha un mantello e ha una maschera. Ha anche catene d’oro e un ‘tirapugni’ al collo. Ha dei tatuaggi. Molti tatuaggi. Che non sono casuali, ma sono ‘indizi’ del suo legame con Lucca. E, ancora, una mano è aperta a 5 e l’altra fa il segno dello ‘zero’: cinquanta, con un gesto che rischia di diventare il tormentone di questa edizione ed essere ripreso un po’ da tutti.
E’ un supereroe – anzi, una supereroina – molto ‘urbana’.
E’ la protagonista del manifesto dell’edizione numero 50 di Lucca Comics and Games ed è stato disegnato da Zerocalcare.
Come alla presentazione di quasi tutti i manifesti, c’è a chi piace e a chi non piace. Partiamo dal concetto che ogni illustratore, ogni disegnatore, ogni fumettista ha un suo stile personale. Che piace o non piace. Ma questo rientra nel gusto personale, non nella ‘verità assoluta’.
Questo era l’anno in cui toccava a un fumettista ed è ovvio che la scelta è caduta su uno dei nomi che maggiormente rappresentano questo settore in questo preciso momento storico. Non è un caso che sia toccato a Zerocalcare: con le sue storie, i suoi personaggi, riesce a dare voce in modo ironico a quanto accade ai giovani o a chi giovane magari comincia a non esserlo più, ma si trova ad affrontare gli stessi disagi. Riesce, attraverso le sue storie, a dipingere quel disagio di cui tanto si parla, ma che in fondo non si conosce.
Se non bastasse, Zerocalcare è uno dei più acclamati fumettisti di questo periodo. I riconoscimenti non gli mancano e critica e pubblico lo osannano.
E allora? Perché si è sollevato tanto polverone web su questo manifesto? Perché, si è detto, è stato affidato a un autore troppo ‘mainstream’. Del resto, può un autore di successo non essere mainstream? Se ha successo, viene riconosciuto da pubblico e critica, entra per forza nel mainstream, anche suo malgrado. Quello che gli si può riconoscere – e questo è il caso di Zerocalcare – è di riuscire ad essere all’interno del sistema e di continuare a scrivere le proprie storie, senza per forza piegarsi a quello che il pubblico vuole o vorrebbe secondo le case editrici. E ‘Kobane Calling‘, dove racconta a fumetti la sua esperienza al confine curdo-siriano, in supporto del popolo curdo, lo dimostra.
Non è poco
Poteva (doveva?) essere più ‘maestoso’ il manifesto del cinquantenario? Si, forse. Ma forse no. Alla fine anche in questo caso si entra nel gusto personale e quindi non si può discutere. Quello che però riconosco a Zerocalcare è che, di fronte a una sfida di questa portata, a una richiesta di realizzare uno dei manifesti più importanti in assoluto della manifestazione, è riuscito ad essere se stesso. A dare vita a un personaggio che è immediatamente riconducibile al suo tratto, sebbene non sia uno dei suoi personaggi, che invece saranno in mostra a Palazzo Ducale.
Per chi volesse divertirsi, propongo un piccolo ‘gioco’: potete divertirvi a trovare i richiami a Lucca che la nostra supereroina ha tatuati addosso. Sono tanti. Sono particolari che nemmeno immaginate. Forse, guardandolo più nel dettaglio, anche i più feroci detrattori apprezzeranno questa strana ragazza che ci accompagnerà nella cinquantesima edizione di Lucca Comics & Games.
@fedisp
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Posted at 09:43h, 10 Agosto[…] esempio lampante di tutto ciò è proprio Zerocalcare, l’autore del manifesto 2016: premiato a Lucca nel 2012 con il Gran Guinigi e nel 2015 con il Premio Speciale Feltrinelli, è […]
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Posted at 08:02h, 04 Novembre[…] «Quando è stato presentato il manifesto – racconta – si sono scatenate le polemiche, soprattutto sulla rete. Il manifesto non è piaciuto e lo hanno criticato in molti, poi però arrivi qua e, non solo lo vedi dappertutto, ma due miti viventi come Frank Miller e Skottie Young ti dicono che è bello, che a loro è piaciuto e per me è fantastico». La cosa non ci stupisce: a Gattaiola.it è sempre piaciuto il manifesto. […]