30 Ago 2014 Viaggio a #Nubicucùlia: bello e intenso di valori. Come un #gioco
LUCCA – Monta e scendi, o anche Regno dei Panorami, è un posto decisamente particolare. È un luogo dove accadono cose “altre”. Dove le parole, i suoni, gli odori e i sogni della città giungono salendo, flottati dalle polveri sottili, ovattati da vapori di varia natura, attratti dalle luci del tramonto e dai bagliori che il sole lascia languidamente catturare ad antenne, comignoli, canale in rame.
È qui che si svolge l’inizio di questa storia. Una storia che il suo autore, il maestro, musicista e compositore (oltre che scrittore) Riccardo Massagli, ha voluto dedicare a bambini e ragazzi (indipendentemente dagli anni che dimostrano, ndr). E proprio loro sono i protagonisti assoluti. Insieme agli uccelli, alle macchine volanti, ai libri e ad altre creature fantastiche, si intende.
“Viaggio a Nubicucùlia, la città volante” è uscito nel 2012 per Campanilia di Pisa, ed è la prima opera pubblicata da Riccardo.
E, no, non mi ci sono voluti due anni per leggerlo! ^_-
Solo, ho atteso il momento più opportuno per postare questa recensione: la fine dell’estate.
Quando tutti i progetti estivi di bambini devono per forza essere realizzati, perché tra poco si dovrà tornare tra i banchi di scuola, alla normalità, alla vita di tutti i giorni, con le giornate corte.
Agosto, a 10 anni, era il mese in cui iniziavi a capire questa storia del tempo che ruit. E a provare rabbia di fronte alla promessa mancata di una giornata interminabile. E la necessità stringente di concludere quello che hai iniziato. Perché non c’è più tempo. Non c’è già più tempo.
In questo libro si parla di un progetto grandioso e poetico come i progetti di bambini sanno essere: volare, raggiungere “Nubicucùlia”, la città degli uccelli, di cui uno dei protagonisti, Anùc Spatapòc, ha letto su uno dei libri che il nonno gli regala perché “leggere […] è viaggiare, sentire sapori di pietanze nuove, distinguere infinite sfumature di colori, vivere tante vite”.
Ed è in un libro rosso un po’ gualcito dal titolo “Antiche commedie riscritte per giovani” che Anùc apprende del mito di Nubicucùlia, “la città degli uccelli sospesa nei cieli” raccontata da Aristofane in una commedia perduta.
“Legge con avidità e subito le parole accendono la magia”.
Inizia il viaggio, prima immaginato e condiviso con i giovani amici Flora Misticanza (lettrice e poetessa), Anna Scotemola (scienziata, metereologa), Baltazar (pittore e fotografo). Sono tutti amanti del cielo ed abitanti di “Monta e Scendi”, e grazie ai loro talenti riusciranno a trovare il modo di dare forma ai loro desideri e salpare con l’Aristofane I alla volta di Nubicucùlia.
Non voglio anticiparvi altro di questo densissimo libro in cui si accumulano (è il caso di dirlo) diverse parole per descrivere le nuvole, macchine volanti, aerostati ed altre diavolerie alla Jules Verne, viaggiatori solitari o in compagnia, creature fantastiche, concentrati di cattiveria del tipo “Augustus Morgantoni” e tante, tantissime, pennellate di bianchi, verdi e blu…
Riccardo, che ha illustrato la sua opera prima con bellissimi disegni, offre anche con quelli preziosi spunti alla fantasia, inserendo sia nel disegno sia nella scrittura citazioni e divertenti spunti umoristici (per esempio questo disegno mi fa morire! ^_^ E’ uno scatto della serata della festa… quale festa? Beh… leggetevi il libro!).
E ora vi spiego perché a me è sembrato di vol… ehm.. di giocare.
Alla scoperta di nuovi mondi e di nuove emozioni, i 4 ragazzi mi hanno portato con loro in un viaggio dal grande valore etico e fantastico. Accettando di staccarsi da terra per volare insieme ai 4 compagni di avventure, come in una buona sessione di gdr con quei Master che ti leggono nel cuore, si ha davvero l’impressione di tornare indietro nella propria timeline personale, all’incirca intorno ai 9-10 anni… all’età della scoperta del mondo… e di fare un salto nel bianco delle nuvole senza provare, almeno per questa volta, la solita imbarazzante paura.
E da queste emozioni, nasce la voglia di fare un altro buonissimo, vecchio gioco, che fa anche Riccardo e di cui lascia spesso traccia sulla sua pagina Fb, e da cui ha tratto ispirazione per il libro: scoprire i segreti delle nuvole, dei cirri, dei cumulonembi, catturandoli con la macchina fotografica. Come questi albatri da me scovati sopra il cielo della Versilia…
Sempre per spiegare quanto questo libro è per me legato al senso (o ai sensi) del gioco, ecco una fra se che secondo me riassume i valori più alti del gioco, soprattutto di ruolo: la condivisione, la collaborazione, l’esistenza come narrazione collettiva, l’accettazione di stare tutti sullo stesso piano e la possibilità di esprimere infiniti punti di vista sul mondo (e sui mondi, quindi). Lo dice anche Minerva…
[Minerva, la civetta, sulla Torre della Vastità:]
“<<Gli uomini non comprendono che il mondo in cui vivono è un pianeta complesso, fondato sulla diversità.
Vogliono appiattire, semplificare, ridurre le cose complesse in cose semplici. Confondono la verità con la semplicità.
Ma la vita e la sua vastità non sono semplici.
Per questo l’uomo sbaglia>>”.
@annabenelu
PS: qui il link all’intervista fatta a Riccardo dai ragazzi delle seconde della scuola secondaria “F. Di Bartolo” di Buti
PS2: questa estate… è apparsa anche a me… ecco lo scatto con cui ho beccato Nubicucùlia… ^_-
Alberto Panicucci
Posted at 13:18h, 10 Settembremi hai fatto proprio venir voglia di leggerlo
alberto
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Posted at 05:53h, 05 Ottobre[…] da storico dell’arte, ha già scritto e composto altre opere come il romanzo per ragazzi “Viaggio a Nubicuculìa, la città volante” (Campanilia, 2012) e la musica degli Actias Luna, di cui è arpista e leader. “Ho iniziato ad […]
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