I segreti delle serie tv svelati nel Terzo Dizionario di Matteo Marino e Claudio Gotti a Lucca Comics and Games

I segreti delle serie tv svelati nel Terzo Dizionario di Matteo Marino e Claudio Gotti a Lucca Comics and Games

Arriva nelle librerie ‘Il mio terzo dizionario delle Serie Tv’ di Matteo Marino e Claudio Gotti, presentato in anteprima a Lucca Comics & Games nelle scorse settimane dalla casa editrice che lo ha pubblicato, BeccoGiallo.

Come dice il titolo, si tratta in sostanza della ‘terza stagione’ (giusto per restare in tema) dei Dizionari delle serie tv, curate da Marino e Gotti: libri fondamentali per chiunque ami alla follia Netflix, Amazon Prime Video, Sky e compagnia. Ma, in realtà, anche chi vuole solo farsi un’idea di cosa passa in televisione (tanto prima o poi arriva tutto anche ‘in chiaro’), ha in questo volume uno strumento ideale per non annoiarsi e trovare spunti interessanti.

Il libro – come i suoi predecessori – presenta delle schede di alcune serie diventate ‘di culto’: le schede sono strutturate in modo da dare una panoramica completa, nel bene e nel male di quello che ha rappresentato. Ecco che troviamo l’analisi della sigla iniziale, dove spesso ci sono già elementi che permettono di entrare nel mood del telefilm; un’accurata descrizione dei personaggi; quello che gli autori chiamano ‘marchio’, ma che, di fatto, è rappresentato dallo stile, dalla filosofia, insomma da quello che rende ‘unica’ e ‘di culto’ una serie; la firma e, cioè, chi ha dato vita a sceneggiatura o regia, dando così un’impronta personale e riconoscibile. Ma ci sono anche le ‘vite parallele’ e, cioè, le somiglianze, le affinità elettive tra i telefilm analizzati e serie analoghe e la ser(i)endipità, cioè il bello trovato per caso, magari mentre si cercava altro. Una voce assolutamente particolare è ‘Il salto dello squalo’: a spiegare di cosa si tratta è Matteo Marino all’incontro di presentazione. «A un certo punto, in Happy Days non sapevano più cosa inventarsi – racconta – e fecero letteralmente saltare uno squalo a Fonzie mentre faceva sci nautico in costume da bagno, ma con il giubbotto di pelle. Ne è uscita una delle scene più assurde mai viste e, quindi, è diventata la definizione per il ‘passo falso’, la classica buccia di banana su cui una serie scivola».

Il sottotitolo di questo terzo dizionario è ‘Da Alias a Westworld’ e, in rigoroso ordine alfabetico troviamo, Alias – appunto –; Ally McBeal; American Horror Story; The Americans; Babylon 5; Big Little Lies; Brooklyn Nine-Nine; La fantastica signora Maisel; Fargo; Girls; The Handmaid’s Tale; The Haunting of Hill House; The Kingdom – Il Regno; Mindhunter; Misfits; The Night Of – Cos’è successo quella notte?; The OA; Rocco Schiavone; Sons of Anarchy; Tredici; Vikings; Westworld; The Wire. Una panoramica fuori dal tempo e dallo spazio che permette di scoprire molti aspetti che, magari solo vedendole, le serie ci avevano nascosto.

Ad esempio – piccolo spoiler, per rimanere in tema – leggendo la scheda di ‘Alias’ si scopre che ha origine proprio in questo telefilm il personaggio che troveremo poi in tantissime altre situazioni, del genio nerd, goffo e in qualche misura buffo e comico, che troveremo come personaggio ricorrente in moltissime altre serie (il primo che viene in mente è Penelope Garcia in Criminal Minds).

Ma cosa rende ‘cult’ un titolo? «’Cult’ – spiega Matteo Marino, grande appassionato di David Lynch, su cui ha anche scritto un libro – è quello che è entrato a far parte sia dell’immaginario di massa che di quello di nicchia: un esempio di questo genere è ‘Tredici’, nato e pensato per gli adolescenti». Altro paragone sono ‘OA’ e ‘Sense8’: il primo vanta una collettività molto unita «è sicuramente più di nicchia – dice Marino – ma, colpiti dalla poetica della serie, i fan hanno fatto una campagna di crowdfunding per installare un cartellone in Times Square a New York con il quale chiedevano di continuare la serie. Inizialmente era stata ipotizzata un finale alla Sense8, serie chiusa, a causa degli alti costi, con una lunga puntata finale, ma alla fine non se n’è fatto di niente».

Il libro presenta anche dei contributi: hanno, infatti, collaborato Ernesto Anderle, Barbara Baraldi, Francesco Bellu, Eva Cabras, Tiziana Cardella, Alice Cucchetti, Luca Di Natale, Ilaria Feole, Elena Grassi, Nicolò Targhetta e Stefano Ventura, mentre i disegni che illustrano il volume sono tutti della mano di Daniel Cuello, come oramai di tradizione.

Il ‘Terzo Dizionario’, insomma, è un libro piacevole, che si fa leggere sia da chi ha già visto quanto viene trattato, ma anche da chi si avvicina al mondo della serialità e vuole scoprire nuovi modi per trascorrere un inverno senza annoiarsi.

….E adesso, scusate, ma torno a (ri)vedere The Haunting of Hill House, perché dopo aver letto la scheda, mi è davvero venuta voglia di verificare alcuni dettagli…

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