«Mercoledì sono io»: parola di Tim Burton a Lucca Comics & Games

«Mercoledì sono io»: parola di Tim Burton a Lucca Comics & Games

«C’è molto di me in Mercoledì: c’è il mio essere outsider e la mia visione del mondo»: parola di Tim Burton, che è stato ospite di Lucca Comics & Games per presentare la serie Netflix, ‘Mercoledì’, dedicata all’iconico personaggio della Famiglia Addams, in un incontro che ha preceduto l’anteprima europea del primo episodio della serie e che si è svolto al Teatro del Giglio con la moderazione di Emanuele Vietina.

Del resto, secondo Burton, la Famiglia Addams è sicuramente una famiglia ‘strana’, ma in fondo «tutte le famiglie hanno le loro stranezze e, quindi, è diventata quel grande classico proprio perché un po’ tutti si rivedono in qualcosa della Famiglia Addams».

«La mia Mercoledì è diversa da quello che si è visto finora – spiega il regista – proprio perché volevo esplorare altre dimensioni del personaggio. Volevo parlare di lei al di fuori della sua dimensione familiare, ma inserendola in un contesto scolastico, dove, comunque, rimane qualcosa di estraneo».

Lui, Tim Burton, regista che ha sempre dato voce agli outsider e che si considera uno di loro, tanto da dichiarare «Come potrei non esserlo dato che ho avuto problemi mentali per metà della mia vita?», quindi, ha voluto trasferire nella figlia di Morticia e di Gomez questa dimensione che è anche la sua. Ad esempio nella sua avversione per i social: «Mercoledì non ama i social e tutto il mondo che vi gira intorno – prosegue – proprio come me: a me internet sostanzialmente fa paura: quando entro nel web, mi trovo dentro un buco nero nel quale trovo video che mi inquietano e, per questo, non posso che vederla come Mercoledì in materia».

Quella di Mercoledì nella serie Netflix è «una forza silenziosa, che viene da una ragazza che è una reietta in una scuola per reietti, ma nonostante questo riesce a fare grandi cose. Così me la sono sempre immaginata e così ho voluto realizzarla».

La serie, comunque, è anche musica e parlando dell’autore della colonna sonora, Danny Elfman, il regista afferma di essere contento che questo musicista con il quale ha collaborato già diverse volte «abbia trovato il tempo da dedicare a questo progetto, perché per me la musica è come un attore protagonista della serie, tanta è l’importanza che le do».

Ovviamente fare una serie tv è diverso da realizzare un film, ma per Burton «è stato un grandissimo piacere lavorare con un ritmo diverso da quello che si ha per i film, sebbene il cinema resti il mio primo e grande amore e penso che ci sia ancora spazio per i film».

Non c’è, invece, un grande rapporto con la serie originale della Famiglia Addams, semmai si rifà più ai fumetti: «L’immaginario che ho inserito nella serie – spiega – è più quello dei fumetti che quello della serie originale, soprattutto per quanto riguarda Morticia e Gomez mi sono rifatto alla versione fumettistica di questa strana coppia». E dichiara anche il suo amore per i fumetti: «Del resto ho fatto ‘Batman’, quindi come potrei non avere a che fare con i fumetti. In linea di massima, comunque, amo disegnare e dipingere e sono attirato da tutto ciò che ha a che fare con l’arte».

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