Viaggio nel giardino meccanico che, come un gioco, racconta la vita, la morte ed altri miti

Viaggio nel giardino meccanico che, come un gioco, racconta la vita, la morte ed altri miti

CAPALBIO – È un giardino esoterico e non un parco divertimenti. È un luogo di spiritualità, come scrive l’autrice, architetto e scultrice all’inizio del percorso di visita. E come tale va visitato.

Se non potete dimenticare le centre Pompidou, avete sicuramente conservato nei ricordi la fontana Stravinsky. Quella con gli elementi mobili meccanici e colorati che suonano e girano, per intenderci. Quel carillon dal sapore steampunk che galleggia sulla vasca moderna nel cuore di Parigi.
E se l’avete amata, non potete non visitare, degli stessi autori, il Giardino dei Tarocchi.

Niki e Jules erano una coppia da molti anni, quando l’hanno iniziato nel 1979. Un progetto lungo una vita che ha preso forma pezzo dopo pezzo è che non è ancora finito, se si considera che l’artista che lo ha voluto e ideato è scomparsa nel 2002 senza averlo portato a termine.

Non voglio svelare molto di questo luogo che chiama il visitatore a un gioco di interpretazione, lettura, rimandi, specchi. Dirò solo che, qui, statue enormi, plastiche e colorate come gonfiabili si guardano come steli dell’Isola di Pasqua. I colori brillanti, gli specchi a scaglie e le ceramiche decorate vi prendono in giro confondendo i sensi e mascherando che sono (siamo) solo polvere.

I molti sensi di lettura conducono in un sentiero intellettuale bello e vano. Ma vorreste restar soli per provare il brivido di abbandonarvi a quei sibili inquietanti che vengono dalla pancia della Giustizia, a quegli occhi impietriti che appartengono al pappagallo Sole, alla limpida liquidità della Fortuna, che è un gioco di incastri e ingranaggi, e per passare la notte nella pancia dell’Imperatrice, che è una casa con bagno camera cucina salone funzionanti  (all’epoca) ma interamente ricoperti di specchi. E con terrazza, vista cielo.

Accanto agli Arcani Maggiori che qui hanno preso non vita, ma cemento e colore, sorgono altre rimarchevoli creature. Due gatti. Un oracolo. Un profeta. Un eremita. Un pellegrino.

Cemento armato alla Gaudi, eletto maestro da Niki, che per questo parco si è fatta aiutare non solo dal marito ma da molti i cui nomi sono iscritti nelle opere. A loro, ha lasciato il compito di far vivere e manutenere il parco. Come tempio dell’arte, non supermercato del divertimento. A noi, chiede di interrogare i Tarocchi, e di permettere loro di guardarci dentro.

Il Giardino dei Tarocchi è a Garavicchio, una frazione di Capalbio in Toscana, ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle (1930 – 2002). Dall’1 aprile al 15 ottobre è aperto dal lunedì alla domenica dalle 14:30 alle 19:30, festività comprese. (Qui dettagli e contatti)

@annabenelu

1 Comment
  • Anna 'Cenere' Benedetto
    Posted at 09:14h, 05 Maggio Rispondi

    Ci sono tornata ieri. Dopo 3 anni che ne valgono 30.
    Oltre alla via solare, ho scoperto quella lunare.
    Oltre all’intellettualismo bello ma vano, ho trovato la magia dell’argentea rotondità notturna.
    Che vale molto, molto di più.
    Se la sapete vedere.

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