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09 Nov 2023 A Lucca Comics & Games Leo Ortolani presenta i ‘suoi’ tarocchi
«Tutti i disegnatori, prima o poi, arrivano a fare la loro versione dei tarocchi e anch’io sapevo che, prima o poi, ci sarei arrivato». E’ così che Leo Ortolani, a Lucca Comics & Games, durante un incontro, introduce (l’enorme) cofanetto che contiene i ‘suoi’ tarocchi e il libro di spiegazioni: «Il cofanetto ha una chiusura magnetica che piace moltissimo a Tito (Faraci ndr) – prosegue – e ci sono le spiegazioni. Certo, sono fatte da un geologo, quindi non vi aspettate grandi rivelazioni». Però assicura di aver studiato a lungo la simbologia dei tarocchi, rifacendosi principalmente a quelli ‘Visconti Sforza’. Il che, per i profani almeno, non vuole dire molto, ma dal tono con cui pronuncia la frase, deve essere una cosa di una certa rilevanza.
I tarocchi di Leo Ortolani, dunque, ricalcano la tradizione e la simbologia delle carte tradizionalmente usate da secoli e si avvalgono – come era già accaduto per ‘Musa’ lo scorso anno – dei colori di Sarah D’Imporzano.
«Abbiamo lavorato a questo progetto – ricorda Ortolani – un 8-9 mesi, tenendoci costantemente in contatto».
«Con questo lavoro – gli fa eco la D’Imporzano – ho imparato a essere meno perfezionista e non è successo come per ‘Musa’ quando ho rifatto la copertina 3 volte». Apprendiamo che i colori per i tarocchi sono molto importanti e, infatti, Sarah ha dedicato grande attenzione alla scelta dei colori, sempre cercando una certa ‘sobrietà emozionale nelle immagini’ e i colori scelti fanno sempre riferimento alla versione ‘Visconti Sforza’, ma ha comunque studiato anche altre versioni, per acquisire una conoscenza più completa della materia.
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«Non ci sono solo gli arcani maggiori – precisa Ortolani – ci sono anche i minori. I maggiori sono ricchi di simboli esoterici e ho studiato per renderli al meglio, prendendo come punto di riferimento i Marsigliesi che sono i più classici in questo senso. I minori marsigliesi, invece, erano un po’ troppo schematici per i miei gusti e, quindi, li ho fatti un po’ diversi».
E mostra come ha ‘reinterpretato’ gli arcani minori, che poi – sempre per i profani – sarebbero le carte ‘normali’, quelle con cui si gioca a briscola, per capire, con in più l’8, il 9 e il 10. Ma proprio gli arcani minori sono quelli che hanno richiesto maggiore lavoro, perché non sempre la reinterpretazione è stata così facile e diretta, come nel caso delle coppe, delle quali però è profondamente soddisfatto.
Ma la vera sorpresa è una signora che condivide il palco con Ortolani e D’Imporzano: una signora con mantello nero e cappuccio bordato di viola, a un tavolino poco distante, dall’aria misteriosa che viene alla fine presentata: è la cartomante. O meglio, la ‘tarologa’, come si dice oggi. E’ lei che, interpellata, spiega che ci vogliono anni di esperienza e che le carte rappresentano quello che uno sta vivendo e, tenendo la mente aperta, riescono spesso a dare suggerimenti utili per il futuro. Ma sono solo suggerimenti, secondo la ‘tarologa’.
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A precisa domanda, Ortolani dice di essersi fatto leggere le carte e che, tutto sommato, non era andata male, mentre Sarah D’Imporzano si mostra più cauta in materia: «Ho studiato molto, ma non sono in grado di leggerle, anche se mi piacerebbe molto e nemmeno me le sono fatte leggere. Magari lo farò, prima o poi».
E, quindi, passano la parola alla cartomante che si presta a leggere le carte al pubblico che, a dire il vero, non si tira indietro dal voler sapere qualcosa sul futuro. Le risposte, in realtà, sono molto vaghe e buone un po’ per tutte le situazioni. Generiche che più generiche non si può, più che svelare il futuro, inanellano una serie di banalità che andrebbero bene un po’ a tutti e a tutte le situazioni. Ma tant’è.
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Tra le persone che si fanno leggere le carte c’è Michela Giraud e, anche per lei, una risposta molto generica che si adatta un po’ a tutto, mentre la ragazza che vuole sapere se si riunirà con il fidanzato adesso lontano (chissà dove; chissà perché), la risposta è alquanto vaga: sicuramente si riuniranno, ma non si sa quando, né è possibile sapere se sarà lei ad andare da lui o lui da lei. Insomma, non si sa niente.
La parola, poi, torna a Ortolani che, rispondendo a una domanda del pubblico, racconta come sia diversa l’illustrazione dal fumetto: «E’ decisamente meno impegnativo fare un fumetto – dice – anche perché qua devi fare un’immagine che deve essere perfetta. Non c’è la storia a sostenere la vignetta, c’è l’immagine e quella deve parlare. Ad esempio, l’Eremita non mi soddisfaceva proprio ed è finita che l’ho rifatto 3 volte prima di arrivare all’immagine definitiva».
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Immancabile la chiusura con uno sguardo verso il futuro. No, non dato dall’approssimativa cartomante, ma rispondendo alla domanda se ci si possa aspettare un’altra prova di illustrazione e Ortolani non ha certamente detto di no. Non si è voluto sbottonare su cosa sarà, ma, dalla domanda fatta all’interlocutore, ci sono ottime possibilità che possa essere qualcosa sullo zodiaco.
Chissà. Magari ci abbiamo indovinato anche senza consultare i tarocchi.
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