‘The Walking Rat’ e @Leo_Ortolani insieme per @emergency_ong a #Luccacg16

‘The Walking Rat’ e @Leo_Ortolani insieme per @emergency_ong a #Luccacg16

E’ ispirato a uno dei fumetti e delle serie che stanno riscuotendo più successo in questi anni, ‘The Walking Dead’ e si chiama – manco a dirlo – ‘The Walking Rat’. Solo che è qualcosa di più della solita (si fa per dire) parodia pensata, scritta e disegnata da Leo Ortolani. E’ un progetto a sostegno di Emergency.

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La copertina

Ortolani, infatti, ha realizzato un albo che esce in edizione limitata e il cui ricavato viene devoluto ad Emergency: l’iniziativa è stata al centro di una presentazione a Lucca Comics & Games 2016.

«Per noi – ha spiegato Cecilia Strada, anche lei presente all’incontro – iniziative di questo genere sono molto importanti, perché dobbiamo sempre trovare dei compagni di viaggio come Leo, che ci permettono di avvicinare delle persone che diversamente resterebbero lontane o saprebbero poco di quello che fa Emergency».

Altro aspetto da sottolineare per Cecilia Strada è che, adesso, fumettisti di fama si occupano anche di realtà scomode, come quella della guerra: lo dimostrano l’impegno di Zerocalcare e, adesso, di Ortolani: «Riuscire a raggiungere persone così diverse è importante, perché ci permette di spiegare cosa facciamo realmente nelle zone di guerra: il dovere del medico è quello di aiutare e curare tutti, indipendentemente dai sentimenti che la persona che hai davanti ti ispira. La mia personale speranza è che persone nemiche sul campo di battaglia, non dico spesso, ma una volta su 100 si guardino in faccia, negli occhi e non si sparino più».

La storia è stata colorata dal fratello di Leo Ortolani, Lorenzo: «Abbiamo usato dei colori forti, in linea con quelli della serie televisiva» e si tratta di un punto di vista diverso da quello della serie o del fumetto: «In realtà – spiega l’autore – qua la storia è vista dal punto di vista di uno zombie che vuole vivere la sua vita, leggere i libri, avere amicizie. Insomma non fare solo lo zombie». Intanto, per Ortolani il periodo continua ad essere veramente frenetico: «Sto lavorando a una velocità tale che mi scordo perfino cosa ho scritto. Finito Rat-Man finalmente potrò rallentare un po’ e prendere fiato».

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Un momento dell’incontro

Alla fine dell’incontro, immancabile, arriva la domanda dell’aspirante fumettista di turno: che consigli darebbe Leo Ortolani a un ragazzo che volesse fare il suo stesso mestiere? «Stiamo vivendo una sorta di rinascimento del fumetto: oggi ci sono potenzialità infinite. Se penso a me stesso quando ho iniziato – spiega Ortolani – penso che farei molta più fatica a uscire come fumettista. Penso che la cosa principale sia avere dentro il voler fare il fumettista. E poi ovviamente leggere, scrivere e disegnare, sacrificando ogni momento libero. Bisogna capire che fare fumetti significa lavorare sempre, che non esistono domeniche, o Natale o Capodanno, ma solo le scadenze. Dire che è un lavoro duro significa che di fatto la testa non smette mai di lavorare: magari tua moglie ti sta parlando di qualcosa di importante, ma la tua testa continua a lavorare e sei mentalmente da un’altra parte. Per questo, se non c’è una passione dentro che ti brucia, tutto sommato è meglio lasciare perdere».

mde@fedisp

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