30 Ott 2019 Patrick Stewart, lo Stellare e una bottiglietta d’acqua
Le stelle non sempre stanno a guardare. A volte, mettono lo zampino nelle umane vicende ed è in quel momento che accadono cose straordinarie. Anche quando sono solo nel nome del luogo o sulla statua, lassù, in cima alla colonna, le stelle vogliono dire la loro.
E’ stato così che in una giornata di fine ottobre, uggiosa e con quella pioggiolina che ogni tanto fa la sua comparsa sulla scena, la consuetudine spinge verso luoghi usuali quasi stancamente. Ma è qua che le stelle ci mettono del loro e riempire una bottiglina d’acqua alla fontana può diventare l’occasione di un incontro che non ti aspetti e che, invece, ti porterai per sempre dietro.
La fontana era quella della Madonna dello Stellare, sì proprio quella con gli scalini in marmo, resi molto scivolosi dalla pioggia autunnale. Lascio la bicicletta al muro, in modo che non dia noia, prendo la bottiglietta e vado a riempirla. Compiuta la strategica operazione, mentre mi accingo a scendere gli scalini traditori (cercando ovviamente di non scivolare), alzo la testa e vedo un amico, Carlo, con dei turisti. Niente di strano: ha fatto la guida per una vita, è normale che se uno vuole vedere Lucca e lo conosce, si rivolga a lui.
L’occhio, però, mi cade su ‘chi’ è con lui. E, in effetti, a quel punto, il rischio di caracollare dalle scale scivolose si è fatto più che concreto. Stava accompagnando a fare un giro per Lucca un ospite realmente ‘stellare’, Patrick Stewart, il mitico Capitano Picard di Star Trek – The next generation. Lontano dai riflettori, prima che iniziasse la grande festa di Lucca Comics & Games (che lo vedrà protagonista il primo novembre di un incontro con i fans al Teatro del Giglio), ha voluto conoscere e visitare la città, già ben nota alla moglie, musicista e appassionata di storia dell’arte, che ha già visitato Lucca.
Impossibile, a quel punto, non guardare Carlo alla ricerca di una conferma, con l’aria ebete di chi ha visto apparire davanti a sé uno degli attori che stima di più. La conferma arriva con un semplice cenno di testa, a dire ‘Si, si, è lui’, del resto la mia passione per Star Trek non è una novità tra gli amici che mi circondano.
Un respiro. Un altro respiro e la domanda: «Posso salutarla?», probabilmente rossa come un pomodoro maturo.
Lui, gentilissimo, non solo saluta, ma mi presenta la moglie e scambiamo quattro parole su Lucca e sulla giornata non proprio bellissima. «Lucca è una città veramente bella», commenta il Capitano Picard ed è un giudizio pesante, detto da una persona che è stato in missione ‘là dove nessuno è mai giunto prima, alla scoperta di nuovi, strani mondi’.
Il tempo, beh, è un grande classico con gli inglesi: non si sbaglia mai a parlare del tempo. E, infatti, commenta che, tutto sommato si sta bene, perché la temperatura è mite e piove a tratti.
Da buona fan (mentre cercavo di infilare nella borsa la bottiglietta d’acqua), non riesco a trattenermi e gli chiedo se può fare una foto o farmi un autografo, ma lui si scusa sinceramente dispiaciuto e dice che gli piacerebbe, ma davvero non può. Immediatamente mi appaiono davanti tutti i vincoli contrattuali che può avere un personaggio di quello spessore e desisto, anche se con un po’ di rammarico.
Non mi resta che accomiatarmi dalla coppia, li saluto e, in particolare, saluto sir Patrick Stewart, ringraziandolo (ovviamente) per tutto quello che ha fatto e tutto quello che farà.
Lui, la moglie e Carlo vanno verso la loro meta. Io, verso la mia bicicletta e, mentre torno a casa, rifletto che in fondo essere fan significa anche essere felici di aver stretto la mano al Capitano Picard e non importa se non ci sono foto o autografi. Basta così. E che, in fondo, ha ragione: il tempo è davvero bello, anche se ogni tanto piove.
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