“Anno Domini 1630”. Renato Genovese firma una nuova cronaca fantastica. Lunedì 28 maggio a Lucca la presentazione

“Anno Domini 1630”. Renato Genovese firma una nuova cronaca fantastica. Lunedì 28 maggio a Lucca la presentazione

“Fu la notte prima della battaglia di Breitenfeld che Michele uccise il suo primo uomo a sangue freddo, guardandolo negli occhi, cosciente e convinto di ciò che faceva.
Vegliava ancora accanto al fuoco, guardando ben più in là delle ombre che lo circondavano. Pensando al penoso addio dato a Davide poco prima, quando lui lo aveva raggiunto, abbandonando senza permesso il suo posto di veglia accanto ai pezzi di artiglieria già schierati per la battaglia del giorno dopo.”

È lunedì 28 maggio alle 17,30 nell’auditorium del Palazzo delle Esposizioni (piazza San Martino, 7 – Lucca) la presentazione di “Anno Domini 1630. Le città labirinto” di Renato Genovese per Maria Pacini Fazzi Editore, collana Storica, presentato da Franco Cardini e con i saluti del sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, del presidente di Lucca Crea, Mario Pardini, e del direttore generale di Lucca Crea, Emanuele Vietina.

È una storia vera?, domandiamo a Renato Genovese, fondatore di Lucca Games (1993), dal 2000 al 2016 direttore di Lucca Comics & Games, critico, storico e autore di saggistica sulla cultura del Fumetto e sulla Comunicazione per immagini, tra cui “L’avventurosa storia del fumetto italiano – Quarant’anni di Fumetti nelle voci dei Protagonisti”, per Castelvecchi (2010), e di “51 Storie sugli Indiani d’America”, nel 2017, per Little Nemo Art.

“Non è una storia vera – spiega – ma ha un apparato storico vero, reale e documentato che riguarda il periodo, cioè il Seicento, l’ambiente e i personaggi di grande spicco dell’epoca. La storia è romanzata ma i personaggi, inventati, dialogano con personaggi realmente esistiti. Volevo infatti raccontare una storia di guerra, per la precisione ambientata al termine della sanguinosa guerra dei 30 anni, ma anche una storia d’amore in cui un giovane lucchese di 20 anni,che si trova a Napoli per un ex voto, e che lì incontra l’amore. Il sottotitolo del libro intende che le tre città in cui si ambienta la storia, Napoli, Lucca e infine Brandeburgo, siano un labirinto non solo fisico ma dal punto di vista psicologico e mentale. Questo giovane, aspirante diacono, si trova coinvolto in tali e tanti avvenimenti che la sua vita viene cambiata in modo definitivo.

Da dove hai preso l’ispirazione?
“Sembra una banalità – risponde -, ma da una parte è nata dal mio lavoro di giornalista per Bonelli che consiste in gran parte di introduzioni storiche, incentrate soprattutto sul West, e in “Dadi e Piombo”, dall’altra mi sono detto: mi piacerebbe scrivere “I promessi sposi”. Questo tipo di amore mi sembrava interessante da raccontare, insieme alla passione per la Storia, alimentata da cinema e letture, in particolare saggi.
Poi, andando a trovare i miei genitori a Napoli, mi sono imbattuto in una chiesa, Santa Croce di Lucca, ed ho iniziato a indagare su questa rappresentazione del Volto Santo gestita da alcuni preti venuti da Lucca peri fedeli, mercanti lucchesi che si erano spostati lì per i loro commerci. Questo legame tra Napoli, dove ho vissuto i primi 25 anni della mia vita prima di venire a Lucca per amore – mi sono detto – è un sogno. Vorrei parlarne in qualche modo. Ed è nato questo romanzo”.

Quanto tempo ti è occorso per scriverlo?
“Non ho mai avuto problemi di ispirazione. Il problema era che mi mancava il tempo, e l’ho quindi scritto per gran parte in singole parti, peraltro iniziando dal finale, che ho steso subito avendolo ben chiaro. Quando ho avuto la possibilità di dedicarmici di più, l’ho finito in un mese e mezzo-due. Mi ha richiesto tempo il controllo del realismo delle vicende narrate. Il realismo (non sapete quanto sono d’accordo con Renato!, ndA) è una delle cose più importanti anche in un romanzo fantasy. I personaggi possono fare le cose più disparate ma devono essere plausibili all’interno di quel mondo. Altrimenti, la vicenda perde credibilità. (Come sul ponte ologrammi dell’Enterprise quando inizia a mostrare squarci di realtà, ndA). Per rendere maggiormente credibile la storia ho voluto anche inserire piatti dell’epoca, leggendomi diversi libri di ricette, sia napoletane, sia lucchesi”.

Renato Genovese ha lasciato due anni fa l’incarico di Direttore del festival Lucca Comics and Games.
Di cosa ti stai occupando ora?
“Intanto sto lavorando al seguito di questo libro: valuteremo il da farsi anche in base a come sarà andrà questo. Fino a un mese fa avevo un contratto di consulenza per il Museo del Fumetto, che ad oggi è scaduto. I soldi per quel progetto ci sono ma, all’atto pratico, dopo che è stato fatto un bel piano redatto da Lucca Crea, ora aspetto di vedere cosa intende fare il Comune”.

“Anno Domini 1630. Le città labirinto” di Renato Genovese per Maria Pacini Fazzi Editore
pp. 232, f.to 15×21, 2018
ISBN 978-88-6550-611-0
€ 14,00

@annabenelu

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