A quante cose serve un gioco?

A quante cose serve un gioco?

Sfida (con se stessi e col mondo), divertimento, passione, agonismo e collaborazione. Il gioco ama sfuggire alle definizioni e gli uomini (cit.) lo rincorrono dietro a una palla, a un aeroplanino, sulla schiena di un drago rosso.

Eppure serve a tante cose: divertirsi, non annoiarsi, ingannare il tempo, usare bene il tempo, stare con le altre, stare da sole, allenare le mani, la mente, il cuore. E, mentre che sfugge alla definizione, a una cosa ancora serve: a chiederci la ragione.

Mentre gioco a fare rime oggi, martedì 28 maggio, è la Giornata Mondiale del Gioco. Come riporta il sito “Giornata mondiale“, la Giornata Mondiale del Gioco è stata istituita nel 1999 (ma qualcuno dice 1998) dall’International Toy Library Association (ITLA) per promuovere la consapevolezza sull’importanza del gioco nella vita dei bambini. L’obiettivo principale di questa giornata è quello di proteggere e promuovere il diritto al gioco per tutti i bambini, indipendentemente dalla loro etnia, genere, capacità o contesto socio-economico.

Le giornate internazionali vengono proposte dagli Stati Membri all’Assemblea Generale dell’ONU; successivamente la stessa Assemblea decide per consenso se adottarla, stabilendo un giorno particolare.

Noi, qui a Gattaiola, abbiamo collezionato definizioni di gioco in una pagina appositamente creata. Perché era divertente, stimolante, e una scusa per scambiare quattro chiacchiere con gente fichissima.

E ci divertiamo a sfogliare, sempre per gioco, a volte per parlarne o scriverne, una copia del Il Dizionario dei Giochi” di Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti (ed Unicopli).

Ne abbiamo parlato anche con Sigrid Loos, tanti anni fa.

E ci piace ricordare che il gioco non fa ammalare (anzi, non fa mai invecchiare! – cit-). Lo fanno altre cose. Lo fa l’azzardo, non il gioco. Per questo scegliamo di chiamare questa dipendenza “Azzardopatia”: la dipendenza è verso la scommessa, non verso il costrutto ludico.

Poi, se non vi basta, ecco qui una maglietta speciale che nella mia scuola sostituisce il grembiule. Questi simboli (sì, avete letto bene: D I R I T T O AL G I O C O, scritto in comunicazione aumentativa) sono anche dipinti sul muro, così che si vedano bene. E tutt* quell* che vengono a scuola, lo portano sul petto, come d’orgoglio, vicino al cuore.

Ah! Dimenticavo! Questo fine settimana c’è “Urbino in gioco”, il festival ufficiale della giornata mondiale del gioco che torna nella storica location della Fortezza Albornoz di Urbino! Andateci! 

E… buon gioco!

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